Storie di pazienti e persone del Meyer

Boy, storia in viaggio da Lampedusa al Meyer

Boy ha un sorriso silenzioso e profondo. Diciamo pure timido. Dietro quel sorriso si legge in filigrana la conquista di un po’ di serenità, assaporata dopo un percorso molto, molto complicato.

Poco dopo lo sbarco a Lampedusa ha cominciato a non sentirsi bene

Viene dal Gambia, ed un giorno di due anni fa è arrivato in Italia sbarcando a Lampedusa. Poco dopo ha cominciato a non stare bene e quel malessere, dopo qualche controllo, ha preso il nome di leucemia.

Ci ho messo un po’, ma adesso riesco anche a scherzare con medici e infermieri

È così che è iniziata la sua storia al Meyer, un’altra sfida che Boy ha condotto in modo molto composto. Ne parla accostando poche parole emozionate: “Ci ho messo un po’ di tempo per capire che i medici e le psicologhe volevano solo aiutarmi. Quando sono arrivato non capivo: non accettavo la situazione che stavo vivendo. Ci ho messo un po’, ma ora riesco anche a scherzare con le infermiere e i medici quando torno al Meyer per i controlli!

Adesso sta meglio e sogna di studiare per diventare un infermiere

Adesso Boy è ospitato in una casa famiglia della Caritas fiorentina, per continuare le cure e il monitoraggio della malattia in un ambiente protetto. Ha accanto a sé tante persone positive, ed un’affezionatissima guida che si chiama Loredana. Sta molto meglio, studia a un corso serale e da grande vuole fare l’infermiere. 

I suoi dottori fanno il tifo per i suoi sogni, non se lo è dimenticato nessuno quel ragazzo schivo eppure così dolce.
Boy è uno dei volti del Meyer che si fa mondo. L’accoglienza che diventa un tassello della cura, per garantire il diritto alla salute dei bambini e dei ragazzi oltre qualsiasi frontiera. È anche per fare spazio a storie come quella di Boy che il Meyer, adesso, si fa in tre e cresce con il progetto Mpiù.