Storie di pazienti e persone del Meyer

Miriam e Filippo, un’amicizia speciale

Si sono conosciuti al Meyer la sera del 31 dicembre: l'ultimo giorno di un anno molto difficile per entrambi. Hanno vissuto insieme il periodo della chemioterapia ed oggi sono grandi amici

Si sono conosciuti durante le chemioterapie. Miriam e Filippo, 15 anni per uno, sono due pazienti del Meyer che oggi hanno finito il loro percorso di cura e sono tornati alla vita di tutti i giorni. Legati da una grande amicizia:

Ci siamo conosciuti al Meyer di Firenze nel reparto di Oncoematologia. Un luogo che ci ha insegnato a prendere la vita con leggerezza.

Ci hanno diagnosticato lo stesso problema, però in due zone del corpo diverse: un osteosarcoma, in termini di più semplici, un tumore, che ci ha portato ad affrontare cicli di chemioterapia più un intervento chirurgico complesso”. 
Quando si sono conosciuti, era il 31 dicembre del 2017: una notte speciale, l’ultimo giorno dell’anno, di un anno difficile. Miriam e Filippo la hanno affrontata al modo dei ragazzi: cantando a squarciagola sulle note della tv, mentre le infermiere distribuivano panettone di stanza in stanza.

La sera fu talmente speciale che ci scambiammo anche i numeri di telefono e ci promettemmo di sentirci anche telefonicamente, al di fuori del Meyer.


Cosi è stato: “Continuammo a sentirci e a condividere giorno dopo giorno le nostre esperienze, sia belle che brutte, fin quando da semplici sconosciuti siamo diventati grandi amici, perché ci piace fare pazzie insieme, ma soprattutto essere sempre disponibili ad aiutarci e a supportarci a vicenda”. Il Meyer nei loro ricordi è stato un posto di cura speciale: la complicità con la quale scherzano con chi – medici, infermiere, psicologhe- li ha affiancati in quei mesi la dice lunga su quello che hanno costruito.
E la malattia, che ruolo ha avuto?

Molti ci chiedono come facciamo a prendere così alla leggera tutto quello che ci è capitato: noi crediamo che l’essere spontanei, sorridere e fare tutto quello che facevamo prima dell’accaduto sia l’arma migliore per sconfiggere il nostro nemico: il tumore.

Miriam e Filippo sono capaci di condividere i loro strumenti di resilienza con grande candore: “Può succedere qualcosa, in qualsiasi momento e quando succede non bisogna fermarsi, bisogna cambiare atteggiamento e continuare a fare quello che si faceva prima, anche se ci sono dei problemi e si sta male”, dice Filippo. Miriam gli fa eco: “Non bisogna arrendersi: sconfiggere la malattia deve diventare un obbiettivo. Bisogna provare a sorridere, anche se si attraversano dei momenti difficili”. 

 

Il Meyer è anche questo: un luogo di incontro, confronto e relazioni che si fanno spazio dentro e oltre la malattia, animate dalla freschezza dei bambini e degli adolescenti.