Storie di pazienti e persone del Meyer

Niccolò, la sua Carlotta e l’impegno con i ragazzi del Meyer

Niccolò ha 18 anni e conosce il Meyer come una seconda casa: è qui che, da quando è nata, 15 anni fa, viene seguita la sua sorellina Carlotta per una malattia rara e complessa.

Conosce i medici, conosce le infermiere, conosce termini specialistici che normalmente non trovano posto nel vocabolario di un adolescente. E conosce il dolore di sapere che una sorellina è ricoverata, un’altra volta, e il disagio di sentirsi impotente senza poterla aiutare.

È anche per questo, per una volontà profonda di fare qualcosa per lei e per i bambini e ragazzi come lei, che Niccolò ha deciso di mettersi in gioco in prima persona. Impegnandosi nel Consiglio dei ragazzi e delle ragazze del Meyer, un organismo che l’ospedale dedica alla voce dei suoi giovani pazienti, per coinvolgerli direttamente nella progettazione e nello sviluppo degli interventi e dei servizi dedicati a loro.

Per me è un’esperienza ‘magica’: partecipando al Consiglio ho avuto l’onore di ascoltare le storie di tanti ragazzi, pazienti ed ex pazienti dell’ospedale. Ho avuto la netta sensazione di avere a che fare con dei guerrieri, che hanno affrontato (o affrontano tuttora) la malattia con grande forza e strategie precise.

Di qui, lo scatto: provare a impegnarsi nella divulgazione, per combattere i pregiudizi e quell’equazione odiosa che fa del malato una persona diversa, “lontana” dagli altri. Il luogo virtuale dove questo intento è diventato realtà è la Teen Academy, il laboratorio che il Meyer, grazie alla sua Fondazione, dedica alla creatività dei ragazzi del Consiglio (e a un gruppo di studenti delle scuole fiorentine, selezionati con un progetto di alternanza Scuola-Lavoro) .

So che non posso aiutare direttamente Carlotta, non sono un medico. Ma sapere che qualcuno, magari familiari di malati come me, può in qualche modo ricavare un messaggio positivo dalla nostra attività mi fa felice.

La Teen Academy (www.teenacademy.it) in questo momento, si è “specializzata” nella produzione di video: i ragazzi si raccontano, con un occhio ironico e un gusto leggero mai e scontato, intervistandosi a vicenda. La malattia è uno dei temi che entra nelle loro produzioni: uno, appunto. Il divertimento, il cinema, il pianeta genitori, la salute, l’amicizia, la scuola sono gli altri.

Si è creato un bellissimo gruppo, è un’esperienza entusiasmante. Ho sempre pensato che Carlotta mi dava tantissimo, e in questo modo spero di riuscire a renderle qualcosa anche io.